Zarathustra 26 | DEI COMPASSIONEVOLI

DEI COMPASSIONEVOLI

Amici miei, parole di scherno giunsero al vostro amico: «guardate un po' Zarathustra! Non passa egli tra noi come se fossimo bestie?»

Ma è meglio dire così: «il sapiente erra tra gli uomini come si passa in mezzo alle bestie».

Ma l'uomo stesso è per colui che cerca: la bestia dalle guance rosse.

Come accade? Forse perchè dovette assai spesso arrossir di vergogna?

Oh, amici! Colui che cerca parla così: pudore, pudore, pudore – ecco la storia dell'uomo!

Ed ecco perchè l'uomo nobile impone a sè stesso di non umiliare: s'impone il pudore dinanzi a tutto ciò che soffre.

In verità, non mi piacciono i compassionevoli, che si beano nella compassione; manca loro troppo il pudore.

Se devo esser compassionevole, voglio almeno che non lo si dica; e quando lo sono, sia soltanto a distanza.

Volentieri mi velo io il capo e fuggo prima che mi si ravvisi: e così vi dico di fare, amici!

Possa la mia sorte non condurre sul mio cammino che esseri senza dolori, al pari di voi, e tali con cui mi sia concesso d'avere in comune la speranza, il pasto ed il miele!

In verità, feci questo e quello per i sofferenti: ma mi parve sempre migliore, l'imparare a godere di più.

Dacchè esiste, l'uomo ha sempre scarsamente goduto: Questo solo, o fratelli, è il nostro peccato d'origine!

E quando impariamo a meglio godere, tanto meglio disimpariamo a offendere gli altri e a meditare azioni cattive.

Perciò mi lavo la mano che aiutò l'infelice, perciò mi purifico l'anima.

Giacchè vedendo soffrir l'infelice mi vergognai della sua vergogna; e allorchè l'aiutai ferìi duramente il suo orgoglio.

I grandi benefici non ispiran gratitudine, bensì la vendetta; e i piccoli se non vengon dimenticati, si cangian col tempo in vermi roditori.

«Siate difficili nell'accettare! Fate notare che voi accogliete!» – questo consiglio a coloro che non hanno nulla da dare.

Ma io sono uno di quelli che donano: dò volentieri, come amico all'amico. Gli stranieri ed i miseri colgano essi stessi il frutto dell'albero mio: così sentiranno minore vergogna.

Ma i mendicanti dovrebbero esser soppressi! In verità si prova dispetto a dar loro, e dispetto nel nulla donare.

È lo stesso dei peccatori e delle cattive coscienze! Credetemi, amici: i morsi della coscienza insegnano a mordere.

Ma nulla è peggiore del gretto pensiero. In verità è meglio agir male che pensar grettamente!

Veramente mi dite: «il piacere delle piccole malignità ci risparmia molte azioni cattive». Ma qui non si dovrebbe voler risparmiare.

Simile a un'ulcera è l'azione cattiva: essa prude e irrita e lacera, – parla lealmente.

«Vedi, io son malattia» – dice l'azione perversa; questa è la sua nobiltà.

Ma simile al fungo è l'azione dei gretti: si nasconde e in nessun luogo vuole apparire – fin che l'intero corpo non sia fradicio e brulicante di piccoli vermi.

Ma a chi è posseduto dal diavolo, dirò nell'orecchio queste parole: «è meglio che cresca in te il tuo demonio! Così anche per te ci sarà una via alla grandezza!» –

Ah, fratelli! Sul conto di ognuno si sa qualche cosa di troppo! E più d'uno divien trasparente, ma non ancor tanto che possiamo vedere dentro di lui.

È difficile convivere con gli uomini, perchè è così duro il silenzio.

E non contro colui che avversiamo siamo più ingiusti, ma contro colui che ci è indifferente.

Se hai però un amico che soffre, sii per i suoi dolori un asilo, ma un letto duro, un letto da campo: così gli gioverai maggiormente.

E se un amico ti fa del male, tu dirai: «ti perdono ciò che mi facesti; ma che tu l'abbia fatto a te, – come potrei perdonare?»

Così parla ogni grande amore: che vince anche la compassione e il perdono.

Bisogna tener saldo il proprio cuore; perchè se lo si lascia andare, come presto lo segue la testa!

Ahimè, dove si fecero in terra più follie che tra i misericordiosi? E che cosa recò tanto danno al mondo quanto le pazzie dei pietosi?

Guai a coloro che amano e non sanno elevarsi oltre la loro compassione!

Così mi disse un giorno il demonio: «anche Dio ha il suo inferno: è il suo amore per gli uomini».

E di recente udii soggiungere queste parole: «Dio è morto; la sua compassione per gli uomini lo fece morire». –

Così state in guardia contro la pietà; da quella parte sovrasta agli uomini una nube pesante! In verità, conosco i segni della tempesta!

Ma notate questa sentenza: ogni grande amore è superiore alla propria pietà: giacchè vuole creare quello che ama!

«Offro me stesso al mio amore, e con me anche il prossimo mio» – così devono dire coloro che creano.

Tutti quelli che creano sono crudeli.

Così parlò Zarathustra.

 

Così parlò Zarathustra

Traduzione italiana di Domenico Ciampoli