Zarathustra 06 | DEI PIACERI E DELLE PASSIONI

DEI PIACERI E DELLE PASSIONI

Fratello, se possiedi una virtù, e questa virtù è tua, tu non l'hai in comune con nessun altro.

Ma tu vuoi chiamarla per nome e vagheggiarla: vuoi prenderla per le orecchie e trastullarti con lei.

Ed ecco!

Ora hai in comune con gli altri il suo nome, e sei divenuto popolo e gregge con la tua virtù!

Faresti meglio a dire: «Ciò che fa il tormento e la dolcezza dell'anima mia è ineffabile, ed è anche ciò che desta la fame dei miei visceri».

Sia la tua virtù troppo elevata per la volgarità dei nomi: e se devi parlarne non ti vergognare che il tuo labbro balbetti.

Parla dunque e balbetta: «questo è il mio bene, che io amo; è così che mi piace appieno; così soltanto io voglio il bene.

Non lo voglio come legge d'un Dio, non lo voglio come legge o necessità umana: non mi sia guida al di là della terra e al paradiso.

È una virtù terrena quella ch'io amo: v'è in essa poca prudenza e ancor meno senso comune.

Ma quest'uccello costruì in me il suo nido: perciò lo amo e l'ho caro – siede ora in me su le sue uova dorate».

Così devi balbettare e lodar la tua virtù.

Una volta avevi passioni e le chiamavi cattive. Ma ora hai soltanto le tue virtù: esse crebbero sulle tue passioni.

Tu collocasti il tuo scopo più alto nell'intimo di quelle passioni: divennero così le tue virtù e le tue gioie.

E quando tu pure fossi della razza degli irosi o dei voluttuosi, o dei maniaci religiosi o dei vendicativi.

Tutte le tue passioni finirebbero per divenire virtù, angeli tutti i demoni.

Avevi un tempo cani selvaggi nei tuoi sotterranei: si mutarono alfine in uccelli e in graziose cantatrici.

Dai tuoi veleni stillasti il tuo balsamo; hai munto la tua vacca – ora tu bevi il dolce latte delle sue poppe.

E nulla di cattivo crescerà più da te, se non il male che nasce dalla lotta delle tue virtù.

Fratello, se hai fortuna, hai una virtù e non altro: così più facilmente passerai sopra il ponte.

È gran dignità posseder molte virtù, ma sorte pesante; e parecchi andaron nel deserto e s'uccisero perchè stanchi d'esser campo di battaglia alle virtù.

Fratello, è un male la guerra e la battaglia? Ma è un male necessario, e necessaria è l'invidia, la diffidenza e la calunnia fra le tue virtù.

Guarda, come ogni tua virtù brama ciò che v'è di più eccelso: essa vuole tutto il tuo spirito, affinchè questo sia il suo araldo, essa vuole l'intera tua forza nella collera, nell'odio e nell'amore.

Ogni virtù è gelosa delle altre e la gelosia è una cosa terribile. Le stesse virtù possono perire per causa della gelosia.

Chi è circondato dalla fiamma della gelosia rivolge infine contro sè stesso, come lo scorpione, l'aculeo avvelenato.

Ah, fratello mio, non vedesti tu mai una virtù calunniare e trafiggere sè stessa?

L'uomo è qualcosa che dev'essere superato: e perciò tu devi amare le tue virtù: – perchè perirai a causa di esse. –

Così parlò Zarathustra.

 

Così parlò Zarathustra

Traduzione italiana di Domenico Ciampoli