Zarathustra 21 | DEL MATRIMONIO E DEI FIGLI

DEL MATRIMONIO E DEI FIGLI

Ho una domanda per te solo, o fratello: come scandaglio getto questa domanda nell'anima tua, perchè io sappia quanto è profonda.

Tu sei giovane e desideri matrimonio e bambini. Ma io ti chiedo: sei tu un uomo che possa desiderare un bambino?

Sei tu il vittorioso, il vincitore di te stesso, il dominatore dei sensi, il signore delle tue virtù? Questo io ti chiedo.

O parla nel tuo desiderio la bestia e il bisogno? O la solitudine? O il malcontento di te?

Voglio che la tua vittoria e la tua libertà abbiano desiderio d'un figlio. Devi costruire edifici viventi alla tua vittoria e alla tua liberazione.

Sopra te stesso devi costruire. Ma prima di tutto devi aver finito di edificare te stesso, ed essere retto di corpo e di anima.

Non devi soltanto propagare la tua stirpe più lungi, ma più in alto! A ciò ti giovi il giardino del matrimonio!

Tu devi creare un corpo più sublime, un primo impulso, una ruota che giri sovra sè stessa – un creatore devi creare.

Matrimonio: si chiama la volontà di due esseri a creare quell'uno che deve essere superiore a coloro che lo crearono. Io chiamo matrimonio il reciproco rispetto di coloro che vogliono tal volontà.

Sia questo il senso e la verità del tuo matrimonio. Ma ciò che fu detto matrimonio dalla folla dei superflui – come devo chiamarlo?

Ah, la miseria di quelle anime unite! Ah, la lordura di quelle anime appaiate! Ah, la miserabile contentezza in due!

Matrimonio dicono tutto ciò: e dicono i matrimoni siano conclusi in cielo.

Ebbene, non so che farmi di questo cielo degli inutili! No, non voglio saperne, di questi bruti presi alla rete celeste!

È lontano da me quel Dio che si avvicina zoppicando per benedire coloro che non ha congiunto!

Non ridete di questi matrimoni! Qual fanciullo non avrebbe motivo di piangere sui propri genitori?

Degno mi sembrò quest'uomo e maturo per il senso della terra: ma appena vidi la sua donna, mi parve la terra un asilo di mentecatti.

Sì, io vorrei che la terra si agitasse convulsa, quando un santo ed un'oca s'accoppiano.

Un tale mosse come eroe alla conquista della verità, e non s'acquistò alla fine che una piccola graziosa menzogna. La chiama il suo matrimonio.

Un altro era riservato nelle sue relazioni e difficile nella scelta. Ma guastò, ad un tratto, tutta la sua società: chiamò ciò il suo matrimonio.

Tal'altro cercava una ragazza con virtù d'angelo. Ma divenne ad un tratto il servo d'una donna, ed ora avrebbe bisogno egli stesso di divenire un angelo.

Trovai finora compratori cauti ed accorti. Pure anche l'uomo più astuto compra la moglie nel sacco.

Molte brevi follie – per voi hanno il nome d'amore. E il vostro matrimonio mette fine a codeste brevi follie, come un'eterna follia.

Il vostro amore per la donna e l'amore della donna per l'uomo: ahimè, potess'essere pietà per gli Dei sofferenti e nascosti! Ma il più delle volte sono bestie che si intendon fra loro.

Tuttavia il vostro amore migliore non è che una similitudine estatica e un doloroso ardore. Esso è una fiaccola che deve guidarvi a più alti cammini.

Voi dovete amare al disopra di voi! Soltanto così imparate ad amare! E dovete bere perciò il calice amaro del vostro amore.

C'è dell'amarezza anche nella coppa dell'amore migliore: così essa desta il desiderio del superuomo, così desta in te la sete, o creatore.

Sete per il creatore, freccie e desiderio per il superuomo: parla, o fratello, è questa la tua volontà del matrimonio?

Sacra m'è una tal volontà, un tal matrimonio.

Così parlò Zarathustra.

 

Così parlò Zarathustra

Traduzione italiana di Domenico Ciampoli